|
Un settore molto competitivo è per definizione altamente dinamico: ma contrariamente a quanto si potrebbe pensare dinamicità non significa necessariamente un continuo alternarsi di vincenti e perdenti. Più spesso invece i soggetti dinamici sono pochi e chi ne patisce la rivalità competitiva sono molti, semplicemente perché la dinamicità è un’attitudine di un’organizzazione che non si improvvisa. Richiede investimenti ed il necessario tempo di maturazione. Tutti sanno che la creazione di valore presuppone investimenti, strategia, business acumen….ma molti trascurano il fatto che richieda anche tempo. Qualsiasi percorso di generazione di valore, per essere sostenibile deve fondarsi su fonti di vantaggio competitivo non effimere che per affermarsi richiedono tempo. Molto più rapida può essere invece la perdita di valore in quanto l’erosione del vantaggio competitivo può avvenire in tempi ristretti per effetto di una rivalità competitiva cui non si sa rispondere. Nella figura riprodotta di seguito sono riportate le capitalizzazioni di borsa dei quattro principali operatori telefonici europei e statunitensi, all’inizio ed alla fine dell’ultimo decennio trascorso (2014-2024). In Europa: Deutsche Telekom ha più che raddoppiato la propria capitalizzazione di borsa, passata da 60 miliardi di euro a 131 miliardi di euro nel decennio, mentre tutti gli altri incumbent telefonici (Orange, Telefonica e Vodafone) hanno registrato pesanti flessioni (Vodafone, ad esempio, ha perso più di due terzi di valore). In USA: T Mobile – una società controllata da Deutsche Telekom - ha visto moltiplicare il proprio valore di 12 volte (da 18 miliardi a 222 miliardi di euro) a fronte di variazioni contenute in diminuzione ed in aumento della capitalizzazione di borsa dei concorrenti statunitensi. Talvolta pochi numeri sono più efficaci di tante parole. Non c’è dubbio che la dinamicità di Deutsche Telekom sia stata premiata dal mercato finanziario, ma ha richiesto un decennio. Tabella 1. Capitalizzazione di borsa dei principali incumbent telefonici europei e statunitensi ad inizio decennio (2014) e a fine decennio (2024) – miliardi di euro

Raddoppiare il valore dell’equity in 10 anni significa offrire ai propri azionisti un rendimento medio annuo del 7%; decuplicarlo significa offrire ai propri azionisti un rendimento del 26%. Il secondo risultato è eccezionale e sicuramente è stato ottenuto anche grazie a circostanze molto favorevoli difficili da replicare, ma il primo risultato è invece un’aspirazione di rendimento legittima di qualunque azionista. Più volte in queste newsletter abbiamo insistito sull’importanza di adottare la prospettiva di un generico investitore nell’azienda. Ora stiamo solo dicendo che un azionista che richieda un rendimento del 7% implicitamente si attende che il valore dell’azienda raddoppi nel corso di un decennio.
|